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I figli di genitori fumatori piangono di più.


Se mamma e papà fumano il bebè piange più spesso e più a lungo.
In particolare, le lacrime risultano raddoppiate se il babbo è un tabagista particolarmente accanito, che arriva a sfiorare un pacchetto al giorno, o se la madre, nei nove mesi dell'attesa, ha bruciato almeno 10 sigarette al dì.



L'avvertimento viene da uno studio olandese pubblicato sulla rivista Acta Paediatrica: secondo l'autore Sijmen A. Reijneveld, dell'università di Groningen, la lacrima facile dei figli nati da genitori fumatori potrebbe dipendere dal fatto che l'esposizione al fumo aumenta le probabilità che il bimbo soffra di mal di pancia.



In uno studio precedente, infatti, lo stesso ricercatore aveva dimostrato che nei neonati sia il fumo materno sia quello paterno favoriscono le coliche intestinali, forse a causa delle sostanze irritanti prodotte dalla combustione del tabacco.



In collaborazione con il Dipartimento di Prevenzione e salute della Netherlands Organisation of Applied Scientific Research di Leiden, gli autori hanno studiato 3.670 neonati sotto ai tre mesi.



Ai genitori è stato chiesto quanto tempo i piccoli avessero pianto nella settimana prima dell'intervista e la durata è stata giudicata eccessiva quando superava le tre ore per almeno tre dei sette giorni considerati. Ebbene, i dati hanno mostrato che piangeva troppo il 4% del campione e il confronto con l'abitudine al fumo dei genitori ha rivelato che si trattava soprattutto di figli di padri o madri col vizio: questi bimbi avevano una probabilità di piangere più alta del 69% rispetto ai figli dei non fumatori.

08/06/2005

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